Vaticano

Lorefice a Palermo e Zuppi a Bologna: il Papa nomina due "arcivescovi dei poveri"

Scelte rivoluzionarie di Bergoglio: nel capoluogo siciliano arriva il parroco a Modica. L'assistente ecclesiastico della Comunità di Sant'Egidio e vescovo ausiliare di Roma prende il posto di Caffarra in Emilia

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CITTA' DEL VATICANO - Papa Francesco ha nominato nuovi arcivescovi, ai quali saranno affidate due delle diocesi più importanti d'Italia: Bologna e Palermo. E la scelta dei nuovi pastori è in linea con lo stile Bergoglio. Nel capoluogo siciliano andrà infatti monsignor Corrado Lorefice, un "prete dei poveri", come lo definiscono nella chiesa di San Pietro a Modica, nel Ragusano, dove era parroco, oltre che vicario episcopale per la pastorale nella diocesi di Noto. A Bologna si insedierà invece monsignor Matteo Zuppi, che era vescovo ausiliare per il settore centro della diocesi di Roma ed è assistente spirituale della comunità di Sant'Egidio. L'annuncio è stato ufficializzato oggi alle 12, secondo la consuetudine vaticana, ma i due nomi erano già circolati nei giorni scorsi rovesciando i pronostici dei mesi scorsi.

Si tratta di due figure impegnate da anni in prima linea sul territorio e al fianco degli ultimi. E in particolare, la decisione di affidare la più prestigiosa sede siciliana ad un parroco come Lorefice scompagina le prassi ecclesiastiche e le ambizioni di vescovi esperti per una cattedra alla quale in passato era sempre stata riservata dignità cardinalizia. Un privilegio, quello della porpora, che potrebbe toccare ora ad un prete che reggeva una parrocchia di provincia, anche se con Bergoglio nulla è scontato, come hanno imparato gli arcivescovi di Venezia e Torino, esclusi dalle scelte dei concistori in aperto contrasto con la tradizione e a vantaggio di sedi meno blasonate come Perugia, Ancona e, per restare in Sicilia, Agrigento. Sembra un aspetto secondario ma non lo è: il collegio dei cardinali è l'organo consiliare dei pontefici oltre che l'elettorato dei conclavi e quindi ha un ruolo decisivo nella definizione delle strategie ecclesiali.
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Proprio la Sicilia si sta dimostrando laboratorio della Chiesa di Francesco. A partire proprio dalla nomina cardinalizia di Francesco Montenegro, l'arcivescovo dei migranti che vede sbarcare nella sua diocesi agrigentina e in particolare a Lampedusa, al quale il Papa, imponendo la berretta rossa, ha detto: "Continui a restare vicino ai poveri". Poi è arrivata la nomina di Pietro Cuttitta, un allievo del beato martire di mafia don Pino Puglisi, a vescovo di Ragusa. E ora la scelta di Lorefice, anche lui molto legato all'insegnamento di don Puglisi e autore di un saggio dal titolo emblematico: "Dossetti e Lercaro: la chiesa povera e dei poveri". "Papa Francesco, nonostante questa mia inadeguatezza mi ha affidato il servizio pastorale della diletta Chiesa palermitana - ha detto il neo-arcivescovo commentando la nomina -. A lui va la mia gratitudine e la mia convinta e incondizionata adesione al suo alto e lungimirante magistero".

Lorefice, che ha 53 anni e quindi almeno 22 anni di episcopato davanti a sé, prende il posto del cardinale Paolo Romeo, che si è dimesso perché ha raggiunto la soglia dei 75 anni e che prima di ottenere la cattedra episcopale palermitana era stato nunzio in Italia, posizione di primissimo piano che per 5 anni gli ha permesso di avere un ruolo fondamentale per la scelta dei vescovi di tutta la Penisola. Zuppi, che di anni ne ha 60, arriva invece a Bologna al posto di Carlo Caffarra, cardinale vicino alle posizioni di Comunione e liberazione, ritenuto tra i conservatori nel recente sinodo sulla famiglia e indicato anche tra i possibili firmatari della lettera che contestava Bergoglio all'inizio dell'assemblea.
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Nel suo primo messaggio alla diocesi di Palermo, Zuppi ha scritto: "A cinquanta anni dal Concilio voglio provare, con voi, a guardare il mondo e ogni uomo ancora con quella simpatia immensa, volendo la Chiesa di tutti, proprio di tutti, ma sempre particolarmente dei poveri".

Oltre ai due arcivescovi, il Papa ha anche nominato sottosegretario della Congregazione per la Dottrina della Fede monsignor Giacomo Morandi, finora vicario generale dell'Arcidiocesi di Modena-Nonantola. Modenese, nato nel 1965, è stato ordinato sacerdote nel 1990 e ha conseguito licenza e dottorato in Teologia dell'Evangelizzazione alla Pontificia Università Gregoriana nel 2008.Docente di Sacra Scrittura presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia-Modena-Parma-Carpi e presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Modena, ora varcherà il palazzo dell'ex Sant'Uffizio, che è stato scosso nelle ultime settimane dallo scandalo del coming out dirompente di monsignor Charamsa.