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Salvini riempie la piazza sovranista

La manifestazione a Milano con i leader della destra europea

Davide Di Santo
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«Noi insieme stiamo costruendo il futuro, qua non c'è l'ultradestra ma la politica del buonsenso». Matteo Salvini fa da padrone di casa in piazza Duomo, a Milano, 'Prima l'Italia! Il buonsenso in Europa'. I centomila della vigilia non ci sono, anche complice la pioggia, e non spuntano numeri ufficiali, ma il leader della Lega sente «l'aria buona» in vista delle elezioni del 26 maggio e ospita i rappresentanti di altri 11 movimenti sovranisti europei, da Marine Le Pen all'olandese Geert Wilders, che si dicono pronti a colmare le distanze fra le élite e i popoli. «Gli estremisti - tuona dal palco il ministro dell'Interno - sono quelli che hanno governato l'Europa per vent'anni nel nome della precarietà. In questa piazza non ci sono estremisti, fascisti e razzisti». E poi un messaggio anche al collega di governo, Luigi Di Maio: «Non ci sono ultrà. Siamo estremisti del buonsenso, questo sì». I bersagli sono i soliti, da Macron a Merkel, da Juncker a Soros. Ma il leader della Lega, durante il suo intervento in piazza, è pronto a lanciare proposte e segnali anche ai Cinquestelle. Tra gli esempi positivi, cita Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma poi passa all'attacco sul tema migranti: «Lo dico anche a Sua Santità Papa Francesco, che dice che bisogna ridurre i morti nel Mediterraneo. La politica di questo governo sta azzerando i morti, con spirito cristiano». E alcuni in piazza fischiano Bergoglio. D'altro canto, Salvini torna a mostrare, a fine comizio, il rosario in piazza Duomo, fa più volte il segno della croce e manda baci alla Madonnina. Sembra di essere tornati indietro di oltre un anno, quando sempre in piazza Duomo i leghisti si erano riuniti prima delle politiche. «Io personalmente affido l'Italia, la mia e la vostra vita - aggiunge - al cuore immacolato di Maria che sono sicuro ci porterà alla vittoria». Se quella che definisce «la carta dei diritti dei popoli europei sarà il primo documento» che i sovranisti presenteranno al prossimo Parlamento europeo, con cui «al posto del dio denaro, torniamo a parlare di diritti, di futuro e di speranza», nel contempo, Salvini parla anche al popolo leghista: «Se serve, per voi do la vita». E poi assicura che la Lega è garanzia di stabilità per il governo e che il prossimo obiettivo sarà la flat tax («Se ci date i numeri, la faremo»). Intanto, però, continua con le citazioni e i ringraziamenti, da Giovanni Falcone a Galileo Galilei, da Alcide De Gasperi a Charles De Gaulle, fino ad Oriana Fallaci. «Chi nega le sue radici - ammonisce - è un traditore e non ricostruisce il suo futuro, altrimenti rischieremmo di spalancare le porte all'Eurabia». Insomma, musica per le orecchie degli altri sovranisti europei arrivati a Milano. «Basta diktat dal super Stato europeo, basta Islam, basta immigrazione», sbotta il leader del Partito per la libertà olandese, Geert Wilders. E gli fa eco la numero uno del Rassemblement National, Marine Le Pen: «Diciamo no a questa immigrazione che sommerge i nostri Paesi». I sovranisti, dai bulgari ai cechi, dai belgi agli slovacchi, passando anche per i danesi, i finlandesi, gli austriaci (colpiti in patria dalla bufera dei presunti rapporti con i russi) e i tedeschi, si dicono pronti a «cambiare la storia». La posta è alta. Non resta che aspettare il risultato delle urne del 26 maggio. 

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