Sondaggio Doxa per l’Uaar. Calano i cattolici, crescono gli atei. Sei italiani su dieci per la separazione Stato-religione

L’Italia è divisa quasi perfettamente in tre: cattolici praticanti, cattolici non praticanti, altri. Atei e agnostici, da soli, fanno quasi metà degli «altri». I credenti sono infatti l’82% (di cui 66,7% cattolici e 15,3% altro) mentre i non credenti sono il 15,3% della popolazione (di cui 9% atei e 6,3% agnostici). Rispetto a 5 anni fa i credenti cattolici sono in diminuzione (−7,4%) mentre crescono gli atei (+3,8%). L’ateo o agnostico tipico è maschio, del nord, giovane (il 25,6% ha tra i 15 e i 34 anni, mentre si registra solo un 10,1% tra gli ultra 55enni), più istruito e benestante della media.

È il quadro che emerge dal sondaggio su religiosità e ateismo che l’Uaar ha commissionato all’istituto Doxa (a cinque anni di distanza da un’analoga indagine).

La rilevazione (condotta su un campione nazionale rappresentativo della popolazione italiana adulta, 15+ anni) si è svolta tra la metà di gennaio e la fine di marzo 2019 e ha sondato anche l’opinione su alcuni temi specificamente legati alla Chiesa cattolica, con un occhio particolare alle fonti di finanziamento.

Ne risulta che quasi metà degli italiani (45,6%) non conosce o non ha informazioni corrette circa l’effettivo funzionamento dell’8xmille; la maggioranza non sa che lo Stato finanzia scuole private, costruzione di nuove chiese, cappellani nell’esercito e assistenti religiosi negli ospedali: il 55,9% è poco e per niente d’accordo a finanziare le scuole private; il 51,6% è poco o per niente d’accordo a finanziare nuove chiese; quasi pari i favorevoli e i contrari al finanziamento dei cappellani cattolici nell’esercito e degli assistenti religiosi negli ospedali. Il 54% degli italiani vuole che la Chiesa versi allo Stato le imposte su tutti gli immobili di sua proprietà, a cui va aggiunto il 30,2% che si limiterebbe agli immobili su cui incassa redditi. Solo il 9,4% della popolazione è contrario a ogni tipo di tassazione.

Le questioni politiche di governo dovrebbero restare separate dalla religione per il 61,5% della popolazione mentre solo secondo il 28,5% il governo dovrebbe operare tenendo in considerazione le credenze religiose; il 78,4% è molto o abbastanza d’accordo a che il governo operi tenendo in considerazione in egual misura i valori dei credenti e quelli dei non credenti. L’83,4% ritiene che sia molto o abbastanza importante il principio di laicità dello Stato (separazione tra sfera politica e sfera religiosa). Gli ultras clericali che lo vorrebbero abolire sono soltanto il 2%. Il 45% vorrebbe rivedere completamente il Concordato o aggiornarlo in una direzione laica.

Il 60,9% vuole l’abolizione o il ridimensionamento dell’obiezione di coscienza all’aborto; il 66,6% vuole mantenere l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole.

«L’Italia — commenta Adele Orioli, segretaria dell’associazione — è ancora cattolica, ma lo è sempre meno ed è destinata a esserlo ancora meno, nei prossimi anni. E gli italiani sono laici: viene da chiedersi se non lo sarebbero anche più, se fossero maggiormente consapevoli di quanto lo Stato finanzia realmente le attività della Chiesa cattolica. Il dato apparentemente incongruo sull’ora di religione ne costituisce una riprova. Nel sondaggio Doxa di cinque anni fa la maggioranza della popolazione (54%, “molto” più “abbastanza”) si dichiarò in disaccordo con l’ora di religione così com’è, con i vescovi che scelgono i docenti e con lo Stato che li paga. Allora fu spiegato loro il meccanismo, questa volta (intenzionalmente) no. E la differenza è evidente».

Comunicato stampa

Il sondaggio sul Fatto Quotidiano: Un’Italia senza Dio: il 7% di credenti in meno in 5 anni, di Marco Marzano

29 commenti

Diocleziano

”… L’83,4% ritiene che sia molto o abbastanza importante il principio di laicità dello Stato (separazione tra sfera politica e sfera religiosa). Gli ultras clericali che lo vorrebbero abolire sono soltanto il 2%. Il 45% vorrebbe rivedere completamente il Concordato o aggiornarlo in una direzione laica… ”

Probabilmente quel 2% sono (erano) i frequentatori del sito dei nostri cuginetti più sfortunati, che per l’ennesima volta ha chiuso i battenti. Ma quanto mi dispiace!… 😆

Maurizio

Due rapidi calcoli: l’83,4% degli italiani ritiene importante il principio della laicità dello stato, però per il 28,5% il governo dovrebbe operare tenendo in considerazione le credenze religiose, il 48,4% vuole nuove chiese, e il 66,6% vuole mantenere l’IRC nelle scuole.
Mi pare che un sacco di gente abbia le idee piuttosto confuse sul significato di “laicità dello stato”…

RobertoV

Penso che ciò sia legato a cosa si intende per laicità e religione. La chiesa cattolica non a caso divide tra laicità e laicismo, in molti ritengono che la chiesa tuteli la nostra laicità ed i nostri diritti. In molti ritengono normale che la chiesa si intrometta nello stato e lo condizioni e che questo non vada a scapito della laicità. Molti ritengono che lo stato “laico” comunque debba “ascoltare” la religione. Ed anche tra gli atei vi sono queste ambiguità (i famosi atei devoti o succubi della religione). Avrebbero dovuto chiedere che cosa intendono per laicità e per separazione stato chiesa.
Però, credo che questa ambiguità ci sia anche tra chi si definisce cattolico: avrebbero dovuto chiedere anche che cosa intendono per essere cattolici, e per essere praticanti. Riguardo all’IRC nelle scuole direi che la propaganda continua a funzionare bene: molta gente pensa che comunque la religione insegni dei valori positivi o che comunque non si faccia religione e propaganda in quella ora.
Trovo significativo che ben il 45 % delle persone intervistate non sappia come funziona l’ottoxmille: se penso a discussioni varie in passato con cattolici che sostenevano che ormai tutti ne erano ben informati e che, quindi, i soldi alla chiesa erano una libera scelta consapevole e corretta.
Come critica a questo tipo di sondaggi fatti sul dichiarato è che è dimostrato che le persone danno una dichiarazione che si fa influenzare dal perbenismo e dall’ambiente culturale, in questo caso italiano. Quindi c’è chi si dichiara cattolico semplicemente perché è italiano, perché essere credenti viene considerato superiore, mentre non toccherebbe i privilegi della chiesa perché comunque fa del bene, siamo italiani, è la nostra cultura, ecc.

Arta

Sono tra quelli che hanno un atteggiamento più o meno aperto verso la religione e verso alcune persone religiose; per correttezza preferisco collocarsi tra gli agnostici, anche se negli ultimi anni ho cominciato a “chiudermi”. Recentemente ho subito una sorta di aggressione verbale da una (insospettabile) neo-papalina per aver fatto battezzare mia figlia (non avevo molta voglia di darle spiegazioni in proposito, ma diciamo che faccio parte di una “coppia mista”, come molti che conosco e che hanno optato per la stessa scelta), anche perché avevo mostrato la volontà di non far iniziare alla bambina il percorso di catechesi. Non appartengo certamente al profilo di “ateo devoto” ma ritengo che l’unico dialogo possibile con un cattolico possa avvenire solo con persone non dogmatiche e non arroccate sulle loro posizioni, sempre che ciò avvenga con consapevolezza. Dunque, per me, ben vengano le persone “incoerenti”, quelle che pur credendo esprimono genuinamente pensieri che in teoria andrebbero contro la morale cattolica, perché in fondo è anche grazie a loro che i referendum su aborto e divorzio hanno avuto un simile esito.

Arta

I dati sembrano rincuoranti ma per curiosità ho cercato altre statistiche ed ho trovato un elemento abbastanza preoccupante: pare che, nonostante un lieve aumento degli atei, tra coloro che si definiscono credenti diminuiscano i non praticanti o i “saltuari” ed aumentino gli appartenenti a categorie definiti “impegnati” o “assidui”. Si tratta di persone che non solo vanno regolarmente in chiesa ma mettono anche in pratica gli insegnamenti religiosi, talvolta alla lettera (rigidità su temi etici e diritti civili, voto indirizzato a partiti politici che rispecchiano tali “valori”).

Gérard

In Francia, la maggior parte delle chiese cattoliche sono chiuse oppure aprono una volta al mese o per ceremonie tipo funeralie . In controparte si apre una chiesa evangelica ogni 10 giorni .

RobertoV

Direi che dialogare con un credente dogmatico sia impossibile, perché al massimo il suo concetto di dialogare è quello di convincerti che solo lui ha ragione e di fronte alle tue risposte non farebbe altro che alzare la posta, andando su pressioni psicologiche, minacce e intolleranza (la forza oggi per il momento non gli è consentita come fino a pochi decenni fa).
E’ sicuramente una fortuna che ci siano tanti credenti incoerenti che si costruiscono una propria religione, perché in questo caso, anche se il dialogo può essere difficoltoso e talvolta barino, apre qualche spiraglio ed ha consentito il nostro progresso (che oggi viene propagandisticamente presentato come merito dei credenti cristiani). Basta pensare ai diritti civili quali divorzio, aborto, unioni civili, ma penso anche a cosa sarebbe successo se tutti fossero stati dei credenti osservanti e fanatici ed un Copernico e Galileo avessero cercato di adattare le loro scoperte al loro credo e non il viceversa: avremmo ancora la teoria geocentrica.
Però comunque questi credenti tiepidi difficilmente mettono in discussione le gerarchie religiose e la loro autorità, contribuendo a veicolare tutti i privilegi, il loro potere e le loro intromissioni, cioè continuano ad agevolare il sistema secolare limitatore di libertà e di scelta, a maggior ragione perché lo rendono più accettabile ai più, confondendo le acque.
Riguardo a certi irrigidimenti recenti di diversi credenti (e non solo) sono legati a fattori politici, non alla fede, cioè la religione viene vista più come partito politico che come fattore spirituale, legandosi ad un presunto credere identificato in identitarismo, nazionalismo, tradizionalismo, natalismo, lotta contro l’immigrazione e l’islam. Ed ovviamente c’è sempre la notevole differenza tra il dichiarato e ciò che si fa e si crede in pratica.

mafalda

Arta
Non so se ho caputo bene: hai fatto battezzare tua figlia perché siete una coppia mista?

mafalda

Sono dati piuttosto deludenti: la diminuzione dei credenti è ancora scarsa, l’idea di laicità piuttosto vaga. Gli italiani non sono educati dal punto di vista civico e soffrono ancora di una eccessiva soggezione nei confronti della piovra clericale e della superstizione religiosa.

Diocleziano

”… La ricerca sulla fede – Nonostante la popolarità di Papa Bergoglio,
ateismo e agnosticismo rischiano di diventare oggi la normalità… ”

Questo è il ‘catenaccio’ del titolo linkato de Il Fatto Quotidiano: quel ‘rischiano’ già suggerisce un tono negativo. Come diceva qualcuno: le parole sono importanti.

Gérard

Ho fatto la stessa osservazione .. ” rischiano …” . In Italia d’ altronde, quando il Papa apre la bocca ( e lo fa spesso ) tutti giornali ne danno notizia, all’ estero punti salvo la stampa ecclesiastica che viene letta da una sparuta minoranza .

Diocleziano

Stupisce perché FQ non è certamente ostile alla laicità. Sbadataggine.

Tosti Luigi

E’ possibile sapere quali sono le percentuali dei “cattolici praticanti” e quelle dei “cattolici non praticanti”? La distinzione non è di poco conto perché chi si dichiara “cattolico non praticante” è parificabile a chi, in un sondaggio sull “onestà”, si dichiara “onesto, ma non praticante”. Se una persona si dichiara cattolica deve credere nei dogmi della Chiesa e praticare i suoi precetti, ivi incluso quello di non divorziare, di non abortire, di confessarsi, di comunicarsi etc.. In realtà ho avuto modo di constatare che coloro che si dichiarano “cattolici non praticanti” sono persone che, se le interroghi con domande stringenti, affermano di non credere che Gesù sia stato concepito 2000 anni fa dall’accoppiamento di un dio con una donna e che abbia natura divina, che sia risorto dopo la morte, che sua madre sia stata vergine prima, durante e dopo il parto, che l’Universo, l’uomo e tutte le altre creature viventi siano state “create” dal babbo di Gesù, che tutti i morti risorgeranno e ci sarà un “giudizio universale”, che esistono i diavoli, il paradiso, l’inferno e il purgatorio, che esistono i miracoli, che il venerdì non bisogna mangiar carne, che esistono gli indemoniati e via dicendo. Alla fine il loro “credo” di “cattolicesimo” sfocia, regolarmente, in questa affermazione: “Mah, qualcosa ci dovrà pur essere”. E questi soggetti sarebbero da catalogare come “credenti cattolici non praticanti”?

mafalda

Sono i classici atei/agnostici devoti, abituati a non pensare gli argomenti religiosi, infastiditi da chi vuole sovvertire le loro placide e passive abitudini in questioni di questo tipo. Battezzano i figli, li mandano a dottrina, credono che male in fondo la religione non fa, chiudono gli occhi con fastidio se messi davanti a fatti gravi come la pedofilia ecclesiastica o i privilegi dei preti.

Diocleziano

Non bisogna mai dimenticare che si tratta di individui che sono stati condizionati pesantemente fin dall’infanzia. Praticamente nessuno di loro ha scelto con cognizione cosciente di credere a quella mitologia, ma non hanno la forza di rendersi indipendenti: trovano comodo illudersi di essere migliori per il solo motivo di far parte del gregge. Il fatto che trovino vasti appoggi dal governo è per la comune convenienza nel controllare la società. Il paradosso è che la società credente non è migliore moralmente. È esilarante vedere il Salvini che più si cala nei panni del bigotto e più viene preso a pesci in faccia proprio dal Banale.

mafalda

Diocleziano
Pensavo che la prossima generazione di italiani sarebbe stata molto più libera dalla superstizione religiosa e dal cattolicesimo in particolare. Ma se ancora una percentuale così alta di persone ritiene che la dottrina a scuola sia lecita, siamo e saremo ancora distanti dalla sufficienza in fatto di laicità. Se poi consideriamoo che gli islamici producono figli a livello industriale, il futuro per gli atei sarà ancora difficile.

VHEMT

Una doverosa, doverosissima, precisazione: gli atei devoti sono atei “per modo di dire” in quanto POLITICAMENTE, CULTURALMENTE, OGGETTIVAMENTE sono dei cattolici e dei cattolici conservatori, per giunta!
Il loro ateismo è soltanto un vezzo intellettuale, un sofisma per rendersi interessanti.

Diocleziano

Bisognerebbe cominciare a considerare veri credenti solo quelli che si sono battezzati da maggiorenni. Considerare cattolici tutti i battezzati è una vera truffa a scopo di lucro.

Maurizio

Osservazioni corrette. Moltissimi si dichiarano cattolici quando in realtà sono tutt’al più semplici teisti. Credono in un qualche generico Dio e sono troppo ignoranti (o troppo superficiali) per capire che questo non fa di loro dei cattolici. Costoro naturalmente battezzano i bimbi, si sposano in chiesa, e sono contrari a rimuovere il crocefisso dai luoghi pubblici; però allo stesso tempo mai vanno a messa, non hanno mai letto una pagina della Bibbia, i preti son tutti furfanti, aborto e divorzio si, e così via.
Insomma un mucchio di ipocriti cristiani fai-da-te di difficile catalogazione ma che costituiscono lo zoccolo duro (anche di cervello) dei credenti, praticanti e non.

Michele Gaismayr

Cari partiti politici,
i dati di questi giorni non fanno che confermare una tendenza che chiunque può percepire e che era nota già da alcuni anni.
Fatene, se volete, un puro ragionamento elettorale, cosa che vi riesce meglio di qualunque altra.
In Italia c’è una platea elettorale di 7.500.000 non-affiliati, pari al 12,4% della popolazione e tendenzialmente in aumento.
Dunque, una volta tanto, mettete qualcosa di laico nei vostri programmi.

Diocleziano

Il problema è che gli atei hanno opinioni sulla laicità molto omogenee, ma variegate – come il resto della popolazione – sulla politica. Se le proposte laiche le facessero, per esempio, la Meloni o il partito più a sinistra che ci sia oggi in Italia, io non li voterei… a meno che sia una dura presa di posizione sull’abolizione dell’8x1ooo.

Poi andrei a depurarmi nel Gange! 😆

Michele Gaismayr

Se accanto ai temi laici e libertari emergessero dei punti imprescindibilmente negativi sarebbe un problema, ovviamente.
Ma bisogna pure che qualcuno inizi e rompa il cordone col vaticancro, perché poi, a catena, lo facciano tutti. La freccia del tempo va da una sola parte, e tutti, prima o poi dovranno prenderne atto.

pendesini alessandro

Niente è più difficile da accettare, ma anche semplicemente pensare, che il nulla, o un sipario definitivamente chiuso ! La religione potrebbe essere –entro certi limiti- un palliativo che aiuta a diminuire o modulare la nostra angoscia esistenziale….
Ma il sistema religioso, essendo disordinato, causa problemi culturali: guerre delle religioni. Psico-affettivo: fanatismo. Neurologico: estasi deliranti o allucinazioni…… L’empatia, base neurologica ed emotiva della moralità, non ha bisogno di spiritualità per esistere. Ma quando lo sviluppo dell’empatia si ferma in un credente accecato dalla sua fede, è nel nome del suo unico dio che, diventato fanatico, stermina i miscredenti…. Allo stesso modo, quando la casta mistica si infiamma e che l’oggetto del suo amore diventa sacro, un semplice screzio viene considerato un blasfema. A questo punto l’idealismo appassionato prepara l’assassinio del sacrilegio….
La religione è un importante fenomeno emozionale umano che struttura la visione del mondo, salva un gran numero di persone (dicono), organizza quasi tutte le culture (alias tradizioni mitiche) … e causa immense disgrazie! ( ha causato e causa tuttora effetti collaterali disastrosi !)
Per cercare di capire questa terrificante meraviglia, dobbiamo combinare diverse discipline come la psicologia dello sviluppo, la clinica dell’attaccamento e funzione riflessiva, senza omettere le esperienze psicosociali e le recenti scoperte della funzione cerebrale. Ma succede che queste discipline NON vengono –o confusamente insegnate nelle scuole medie, ma anche superiori, in vari Stati, Italia inclusa. Se vogliamo rompere questo circolo vizioso che dura da millénni dobbiamo trovare un sistema di far capire alla maggioranza degli italiani (ma non solo !) che sarebbe ora di fare un po meno letteratura, filosofia, retorica lessicale e storia dell’arte, ad esempio… favorendo certe materie che permettano non solamente meno alienazione, quindi meno sottomissione, ma soprattutto il passaggio dell’infanzia/adolescenza a l’età adulta, o maturità, che possa permmettere a chi la possiede di poter scegliere tra proposizioni assurde da quelle razionali, non dogmatiche !

NB :-Il capitalismo non ha motivo, o interesse, di temere l’ostilità delle religioni. Si è imposto su di loro al punto che devono « discretamente » conformarsi alle sue regole, accettare la sua globalizzazione e, addirittura, indebolire la loro influenza al livello del miglioramento del tenore di vita e dell’arricchimento causato dalla sua propagazione…..

E niente potrà sostanzialmente migliorare fino a quando l’umanità non capira queste nozioni basilari indispensabili per capire il resto…..

bruno gualerzi

L’equazione ateo = laico, non solo non è automatica, ma spesso anche molto ingannevole.
Non disponendo di spazio e tempo… e facendo inorridire l’amico pendesini e non solo, lo so bene… propongo solo due citazioni, tratte da un libro mai pubblicato (quindi – per il moderatore – niente pubblicità) dal titolo: “L’ombra di Buddha” – sottotitolo: “Dio non è morto e l’ateismo è da ripensare”. Una citazione è – almeno per chi dà ancora un pò di credito alla filosofia – autorevole; l’altra sintetizza il contenuto del libro in questione:

“Dopo che Buddha fu morto, si continuò per secoli ad additare la sua ombra in una caverna – una immensa orribile ombra. Dio non è morto, ma, stando alla natura degli uomini ci saranno ancora per millenni caverne nelle quali si additerà la sua ombra. E noi, noi dobbiamo vincere anche la sua ombra”
(F. Nietzsche: “La gaia scienza” – par. 108 (libro III)

“Ancora per molti, per i più, dio non è morto, perchè non è mai stato veramente estirpato dal proprio cuore e dalla propria mente. Ha dato solo l’illusione di esserlo, ma si è acquattato tra le pieghe della psiche dei tanti mancati deicidi per poterne meglio sfruttare i sensi di colpa e ricattarli. Niente è più vendicativo di un dio scampato al pericolo di venire definitivamente sfruttato”
(Retro del suddetto libro)

bruno gualerzi

Correzione. Nell’ultima riga mi sono accorto di aver scritto ‘sfruttato’ invece di ‘sfrattato’. Il significato, come si può vedere (e per quel che può valere) cambia notevolmente.

bruno gualerzi

L’equazione ateo = laico, non solo non è automatica, ma solleva un’infinità di problemi proprio inerenti all’ateismo che spesso vengono rimossi.

RobertoV

I termini ateo e laico sono due termini generici che possono riferirsi ad un’ampia gamma di interpretazioni. Dopotutto per la chiesa cattolica è laico chi non appartiene al clero e distingue tra laicità e laicismo. In questa accezione dei filoclericali come Fontana e Pillon sono laici. Purtroppo non esiste una codificazione unica condivisa dei due termini e delle implicazioni e correlazioni. Noi facciamo riferimento in genere all’interpretazione umanista.

Frank

Manca il dato statistico più importante e cioè che solo il 2% degli italiani finisce di leggere un articolo che parla di statistiche sugli italiani.

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